L'insediamento di Broglio di Trebisacce dell'età del bronzo
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Testo tratto da www.museodellacalabria.com L'abitato protostorico di Broglio di Trebisacce sorge su un'altura a sperone protesa sulla pianura di Sibari. La sua morfologia è articolata in diversi terrazzi e alture, che sicuramente hanno costituito, nei mille anni di vita del sito, un sistema relativo ad un unico insediamento |
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L'insieme unitario di pianori risulta ben delimitato e difeso naturalmente. La posizione elevata (circa 150-180 m) rispetto alla pianura garantiva un ottimo controllo della linea di costa e di buona parte del territorio circostante. Una via di accesso al sito si snodava dal canale Marzuca, dove tuttora esiste una sorgente che doveva essere usata per approvvigionare di acqua l'abitato, fino alla sella che collega il sito alle alture retrostanti. |
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![]() La prima occupazione dell'insediamento risale alla media età del Bronzo, durante i periodi cosidetti "protoappenninico" e "appenninico" (1700-1350 a.C.), che caratterizzano l'intera Italia peninsulare. L'abitato venne organizzato su terrazzamenti che ospitavano le capanne, le quali risultano purtroppo molto danneggiate dalle attività successive. |
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Il vasellame era fabbricato a mano, modellando argilla frammista a pietrisco fine. Durante il momento più antico di vita del villaggio risultano maggiormente diffuse tazze e ciotole con vasca per lo più rotondeggiante, nonchè grandi vasi con collo alto. Le decorazioni si caratterizzano per il tipico ornato ad incisione e intaglio diffuso in questo periodo in gran parte dell'Italia peninsulare. Dalla fine del bronzo medio e per tutta l'età del bronzo recente (facies "Subappenninica"), le popolazioni locali entrano in diretta relazione con i navigatori micenei. Gruppi di artigiani egei si inseriscono nelle comunità della Sibaritide, e anche gruppi di Enotri viaggiano verso la Grecia. |
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Sono
acquisite nuove tecnologie: per la prima volta in Italia viene
utilizzato il tornio per vasi in ceramica depurata e dipinta. |
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Gli scavi sull'acropoli hanno portato alla luce una delle abitazioni delle importanti famiglie che gestivano i rapporti con i Micenei. La pianta è a ferro di cavallo e divisa in due ambienti, lunga 8 m e larga 7. Le pareti erano formate da una struttura portante di pali, di cui restano i buchi nel terreno, sulla quale veniva intrecciata un'incannucciata rivestita d'argilla; il tetto invece era fatto di paglia. |
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Al
centro dell'abitazione si trovava una piattaforma in argilla che serviva
da base per il focolare; vicino ad essa era un piccolo fornello, sempre
in argilla, che completava l'area di cucina della casa. |
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Con
l'età
del bronzo finale (1200-1000 a.C.) cessano i contatti con
l'Egeo. Questo però non significa una perdita di vitalità e di
importanza dell'insediamento; l'aristocrazia assume una forte impronta
guerriera e cinge l'acropoli di un'imponente fortificazione: un muro in
pietra ed elementi lignei rinforzato da bastioni, davanti al quale si
apre un fossato largo più di 10 m e profondo almeno 4, rivestito, ai
piedi del muro, con un lastricato a pietrame. Sull'acropoli vengono
immagazzinate ingenti quantità di derrate nei grandi dolii
in argilla depurata, deposti entro magazzini semi-interrati. Alcuni di
essi erano destinati alla conservazione dell'olio, fatto che attesta la
coltura dell'ulivo nella zona sin da tempi così antichi. L'èlite
aristocratica controllava anche importanti attività artigianali, come,
tra l'altro, la lavorazione del ferro: sull'acropoli di Broglio,
infatti, è stata portata alla luce una delle più antiche forge,
risalente alla fine dell'età del bronzo. |
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